lunedì 14 novembre 2011

Costruire con materiali compatibili è meno costoso, parola dell'eco architetto

Da dati resi noti dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile, ogni anno l'Europa spende 270 miliardi di euro a causa della inefficienza energetica degli edifici
Costruire con materiali ecocompatibili, per quanto se ne possa dire, “è meno costoso”. Parola dell'eco architetto che assicura: “Si può arrivare addirittura a soli 500 euro al metro quadro, compresi gli impianti idraulico ed elettrico”. Così spiega Giuseppe Magistretti, titolare dello Studio Archingegno di Milano che ha pubblicato uno studio su materiali di costruzione alternativi al cemento armato e al laterizio.

Dal legno alle balle di paglia, dalle soluzioni a secco, ossia acciaio tamponati con cartongesso o pannelli in fibre naturali come la canapa o il sughero, fino all'avveniristico cartone rinforzato alveolare. L’ecosostenibilità della bioedilizia non è più una tendenza ma una necessità visto che, da dati resi noti dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile, ogni anno l'Europa spende 270 miliardi di euro a causa della inefficienza energetica degli edifici.

Un valore che “si sta sviluppando soprattutto in Trentino Alto Adige dove hanno recuperato una vecchia tradizione, il legno” spiega l'architetto all'ADNKRONOS. Il legno, infatti, oltre ad essere 100% riciclabile è anche isolante e dunque permette un notevole risparmio energetico ma ha anche un'alta resistenza sismica.
Purtroppo, quando si pensa agli edifici in legno, l’immagine è di chalet di montagna, o di stabili provvisori. Insomma, c'è uno scettiscismo comune sulla durata nel tempo dell'edificio. Ed è proprio questo il reale limite della diffusione della bioedilizia: “la resistenza culturale”. Per Magistretti “si parte dal principio che il mattone è più resistente”.
Ma c'è sempre il calcestruzzo da alcuni considerato un materiale sostenibile. Ma chi lo dice? Per Magistretti, “i produttori per vendere possono dire qualsiasi cosa ma il calcestruzzo non è un materiale ecocompatibile”. E' arrivato dunque il momento per il settore di dare una sterzata verde. Nell'intenzione, aggiunge l'architetto, “la prospettiva è di un recupero del rapporto con la natura a discapito dell'artificiosità del mondo delle costruzioni. Ma, ad oggi, sono solo il 6-7% le aziende e i tecnici che sposano questo valore”.



lunedì 18 luglio 2011

Eco-architettura: gli alberi in salotto

Casa eco-sostenibileDagli Stati Uniti arriva, per mano di unarchitetto particolarmente originale, una nuova idea di eco-sostenibilità nel campo dell’edilizia. Nome del geniale professionista è Roald Gundersen il quale ha deciso di specializzarsi in un particolare tipo di attività ovvero quello di recuperare piante infestanti e riutilizzarle per creare abitazioni resistenti e sostenibili.
La materia prima è costituita da alberi che hanno perso la loro corteccia e piante malate in genere. Fra i vantaggi ambientali che ne derivano il fatto che l’eliminazione di queste piante va a tutto vantaggio del bosco in quanto viene permesso, con la loro eliminazione, agli altri esemplari di ottenere più luce, aria e sostanze nutritive. La sua prima casa, la A-frame (costata 15 mila dollari e 12 mesi di lavoro), l’ha costruita 16 anni fa con gli alberi della foresta di fronte, così come la serra solare e la Book End, una piccola dependance edificata con i “morti in piedi” come li chiama Gundersen, nome macabro per indicare gli olmi uccisi dai coleotteri.
Gundersen nel costruire non modifica la materia prima a sua disposizione, la lascia infatti grezza. Gli alberi perciò non vengono trattati, ma utilizzati con tanto di imperfezioni, rami e curvature. L’utilizzo dell’albero intero nelle costruzioni, secondo l’architetto americano, offre molte più opportunità e ha molte più qualità delle travi di legno lavorate.
Ecco quindi nascere le case di Roald Gundersen con alberi incastonati nella struttura con tronchi come colonne portanti e travi curve a sorreggere il tetto. Da non sottovalutare infine, fa notare l’architetto, le proprietà isolanti del legno le quali, grazie ad alcuni accorgimenti come le ampie vetrate con doppi vetri leggermente inclinate per catturare i deboli raggi invernali, permettono di conservare il calore riducendo al minimo i consumi per il riscaldamento a dicembre e rendendo inutile l’aria condizionata.

giovedì 7 luglio 2011

Eco design, il giusto equilibrio tra riciclo, riuso, estetica e creatività

Il mio viaggio nel mondo dell’eco-design prosegue: oggi vi parlo di due realtà per me molto valide che credo siano vicine a quell’ideale punto di equilibrio tra estetica e creatività,traguardo complicato ma avvincente, di cui scrivevo nell’articolo sugli eco-bijoux. In Italia ho da poco scoperto l’esistenza di “Rifuse”,Associazione Culturale con sede nelle Marche (a Macerata) nata nel 2010 dall'esperienza di designer con la vocazione del riciclo e riuso dei materiali per dare una seconda vita agli oggetti dismessi e agli scarti di lavorazione industriale. L’idea di partenza è quella di restituire nuova vita agli oggetti la cui potenzialità è stata gradualmente soppressa dalla rapidità di consumo che caratterizza da tempo la società attuale.
La spazzatura, quindi, va vista come ‘risorsa’ dal momento che, come diceva Antoine-Laurent de Lavoisier, sulla terra “nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma” e bisogna prendere atto che non è possibile produrre più di quanto si possa smaltire. Ecco che gli scarti di lavorazioni industriali, ingombranti e complicati da smaltire, si trasformano in intriganti oggetti di design e moda, dai bancali di legno nascono tavoli, sedie e complementi d’arredo. Insomma, si tratta di una realtà italiana da tenere d’occhio, con l’augurio che possa raggiungere i risultati che hanno conseguito i fratelli Fernando ed Humberto Campana, di cui parlerò adesso.
Eco-design-campana-cCerto non hanno bisogno della mia presentazione! Si tratta di designer brasiliani che da tempo fanno ricerca nell’ambito del design ecologico: il loro interesse è rivolto in particolare alle tematiche del riciclaggio e della fusione tra materiali naturali e sintetici, senza tralasciare forti richiami all’integrazione delle culture ed all’ambiente. Fonte di ispirazione è chiaramente il “loro” Brasile con le sue contraddizioni irrisolte: dalla natura rigogliosa delle foreste pluviali brasiliane, alle improvvisazioni dei venditori ambulanti fino allecapanne dei quartieri poveri, dai film alla musica fino all’arteEco-design-rifuse-bDa questa vivace commistione nascono strutture dalle forme lineari che sembrano essere delle riproduzioni della giungla reale e di quella metropolitana, come coordinate cruciali della vita brasiliana. Da anni collaborano con aziende internazionali come Alessi, Edra o Vitra, oltre a proporre le loro collezioni. In una recente intervista a “Il Sole 24 Ore” Humberto Campana esprime le sue legittime e fondate paure in merito alla possibilità che l’eco-design possa ridursi ad una semplice moda passeggera: speriamo si sbagli!

domenica 29 maggio 2011

Studenti di architettura disegnano una casa eco-friendly

casa-eco-friendlyAlcuni studenti di architettura della  sono saliti alla ribalta grazie al loro progetto di  eco-friendly alimentata a energia solare, con migliaia di persone che accorrevano a dare un’occhiata.
Situata in prossimità del fiume Wellington (siamo quindi in ), questa casa progettata dagli studenti architettura dispone di 28 , 48 tubi per la raccolta di  sul tetto da utilizzare per un sistema ad energia solare per l’acqua calda,  triplo e intercapedini con lana di vetro, per renderla più eco-friendly possibile.
Ci vogliono 500 mila dollari per costruirla, mentre questa, sponsorizzata dalla Meridian Energy, aveva una fila lunga 40 metri di persone in attesa di dare uno sguardo.
La casa è rimasta esposta presso il Frank Kitts Park fino al 24 maggio, dopo di che è stata smantellata, impacchettata e trasferita a Washington per altre dimostrazioni.


domenica 15 maggio 2011

eco-architettura in germania: vauban


vauban, friburgo, germania del sud. è il primo esempio riuscito di eco-città creata dai suoi stessi abitanti ben prima che l’ecologia diventasse eco-chic!
cominciamo dall’auto: bandita. un reticolo di piste ciclablili copre oltre il 90% della sua superficie e in alternativa c’è un’efficiente rete di bus e tram con tariffa unica.
inoltre gli edifici di vauban sono eco-compatibili e vanno ad energia solare.
sono previsti ampi spazi per il gioco dei bambini e per gli sport e ovunque parcheggi per le bici, il principale mezzo di trasporto di vauban.

un unico grande parcheggio multipiano ai confini del quartiere permette di ospitare la proria auto senza interferire con la viabilità quotidiana

l’architettura è mista: edifici monofamiliari, tipico del nord-europa e del mondo anglosassone, e appartamenti ma sempre affacciati su giardini pubblici o privati.
non mancano edifici ad uso commerciale ed uffici ma solo al piano terra mentre le abitazioni sono ai piani più alti.
vauban – costruita tra il 1996 e il 2006 – è uno dei primi esempi di comunità green autosufficiente di notevoli dimensioni, basti pensare che copre un’area di oltre 38 ettari, vi abitano circa 5,500 persone.

per saperne di più vai all’articolo la città ecologica esiste

domenica 20 marzo 2011

Bioarchitettura per la scuola materna di Varese. Un progetto di Fabio Vanerio

Una scuola materna progettata secondo i principi della bioarchitettura nasce a Varese da un progetto dell’architetto Fabio Vanerio, di HNArchitetti Associati. Un progetto che, a partire dall’analisi dell’andamento delle temperature, dell’intensità dei venti, delle precipitazioni e della radiazione nei diversi mesi dell’anno, giunge al traguardo dei 32 kWh/mq annui, ottenuti grazie all’attenzione all’impostazione del progetto, ai dettagli costruttivi, ai materiali naturali e alle moderne tecnologie per la produzione di energia da fonti rinnovabili. La modalità con cui sono assemblati gli elementi del progetto viene suggerita dal luogo in cui esso si inserisce: l’aggregato del nucleo storico di Venegono Inferiore in provincia di Varese. Il carattere introverso di tale sistema viene denunciato dalla costruzione di due muri accostati, che danno vita ad uno spazio che si costituisce come una strada urbana, e dalla disposizione delle aule che, addossate al muro, si affacciano sullo spazio naturale antistante relazionandosi con esso. Lo sviluppo successivo avviene mediante la perdita totale del modello insediativo compatto, dando vita a parti di paese ove le strutture elementari non sono più riconoscibili ed il tracciato viario non è più sistema generatore della morfologia.
Scuola-bioclimatica-1All’interno grande importanza è data alla flessibilità degli ambienti, ottenuta grazie alla scelta di soluzioni che mirano a vincolare nella minor misura possibile gli spazi interni. Dal punto di vista strutturale, l’obiettivo della flessibilità è stato raggiunto utilizzando una struttura portante verticale in legno a telaio che permette luci ampie, il passaggio degli impianti ed il ricambio d’aria meccanizzato. Per le pareti divisorie è stata esclusa la tradizionale soluzione dei tramezzi di laterizi ed intonaco, sostituiti da elementimobili, spostabili e ricollocabili a seconda delle esigenze. Gli impianti sono ispezionabili e posizionati a pavimento.
Sono state effettuate delle simulazioni sul comportamento bioclimatico della scuola, analizzandone la ventilazione e l’irraggiamento.
Scuola-bioclimatica-2Per garantire un ricambio d’aria naturale nei mesi estivi è stato studiato l’andamento delle scie di vento in modo da evidenziare le possibili aree di depressione capaci di generare movimenti d’aria trasversali, combinati a movimenti longitudinali all’interno del corridoio e dal basso verso l’alto nelle aule. Sono stati effettuati studi per determinare, ai fini della ventilazione naturale, i valori ottimali di altezza, profondità e lunghezza dell’edificio. L’analisi della radiazione solare è stata effettuata sia per il periodo estivo che per quello invernale. In particolare sono stati analizzati i giorni 21 giugno e 21 dicembre, quando il sole è rispettivamente più alto e più basso sull’orizzonte.
L’acqua piovana, raccolta mediante drenaggio delle coperture verdi, è convogliata in serbatoi di accumulo e successivamente impiegata per usi sanitari e per irrigare i giardini. L’impiego di pannelli solari e fotovoltaici per la produzione di energia da fonti energetiche rinnovabili, garantisce un complessivo guadagno energetico di oltre 15'000 kWh/anno, alimenta la pompa di calore e riscalda l’acqua della caldaia a condensazione. Il risultato di tutti questi accorgimenti, ai quali si aggiungono pareti ben coibentate con pannelli naturali in fibra di legno, è una casa che si colloca nella classe di consumo B, che necessita di soli 32 kWh/mq annui. Il progetto della scuola bioclimatica, per l’attenzione posta alle tematiche della sostenibilità ambientale, si è aggiudicato il primo premio nazionale come miglior progetto ANAB.IBN 2009.