Da dati resi noti dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile, ogni anno l'Europa spende 270 miliardi di euro a causa della inefficienza energetica degli edifici
Costruire con materiali ecocompatibili, per quanto se ne possa dire, “è meno costoso”. Parola dell'eco architetto che assicura: “Si può arrivare addirittura a soli 500 euro al metro quadro, compresi gli impianti idraulico ed elettrico”. Così spiega Giuseppe Magistretti, titolare dello Studio Archingegno di Milano che ha pubblicato uno studio su materiali di costruzione alternativi al cemento armato e al laterizio.
Dal legno alle balle di paglia, dalle soluzioni a secco, ossia acciaio tamponati con cartongesso o pannelli in fibre naturali come la canapa o il sughero, fino all'avveniristico cartone rinforzato alveolare. L’ecosostenibilità della bioedilizia non è più una tendenza ma una necessità visto che, da dati resi noti dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile, ogni anno l'Europa spende 270 miliardi di euro a causa della inefficienza energetica degli edifici.
Un valore che “si sta sviluppando soprattutto in Trentino Alto Adige dove hanno recuperato una vecchia tradizione, il legno” spiega l'architetto all'ADNKRONOS. Il legno, infatti, oltre ad essere 100% riciclabile è anche isolante e dunque permette un notevole risparmio energetico ma ha anche un'alta resistenza sismica.Purtroppo, quando si pensa agli edifici in legno, l’immagine è di chalet di montagna, o di stabili provvisori. Insomma, c'è uno scettiscismo comune sulla durata nel tempo dell'edificio. Ed è proprio questo il reale limite della diffusione della bioedilizia: “la resistenza culturale”. Per Magistretti “si parte dal principio che il mattone è più resistente”.Ma c'è sempre il calcestruzzo da alcuni considerato un materiale sostenibile. Ma chi lo dice? Per Magistretti, “i produttori per vendere possono dire qualsiasi cosa ma il calcestruzzo non è un materiale ecocompatibile”. E' arrivato dunque il momento per il settore di dare una sterzata verde. Nell'intenzione, aggiunge l'architetto, “la prospettiva è di un recupero del rapporto con la natura a discapito dell'artificiosità del mondo delle costruzioni. Ma, ad oggi, sono solo il 6-7% le aziende e i tecnici che sposano questo valore”.
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